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LVI lettura vinciana - 16 aprile 2016. Concluso il "Cenacolo" nel 1498, Leonardo si accingeva a affrontare un nuovo e non meno impegnativo progetto: la vastissima sala della torre nord del Castello Sforzesco doveva accogliere una decorazione che, annullando lo schermo delle pareti, avrebbe illusionisticamente trasformato l'interno in un esterno. In questo coinvolgente scenario naturalistico, le fronde di sedici alberi di gelso dovevano intrecciarsi sulla volta formando un pergolato al centro del quale campeggiava lo stemma di Ludovico il Moro. Ma le vicende politiche avverse, culminate nella fuga del duca da Milano, interrompevano l'esecuzione del dipinto che non sappiamo fino a quale stadio fosse stato condotto. Quello che oggi ci resta sono due straordinari frammenti a monocromo sicuramente riconducibili a Leonardo, mentre il resto della decorazione forse riflette solamente quella che doveva essere la concezione originaria. La Sala delle Asse resta comunque un testo affascinante dove il tema politico-celebrativo - cioè l'esaltazione del principe attraverso la presenza del gelso-moro, allusivo a Ludovico - è ricondotto a uno spettacolo naturale di insolita potenza, ponendo il problema delle fonti che possono averlo alimentato.